La
qualità di spezia è inoltre influenzata dal metodo di essicazione.
Dopo che sono stati raccolti i fiori, vengono prelevati i pistilli e fatti
asciugare il medesimo giorno della raccolta tramite essiccatore alimentato
a corrente. Tradizionalmente l'essicazione avveniva vicino alle braci del
camino o sopra la stufa a legna, non c'era possibilità di scelta.
Tornando alla vinificazione, per alcuni versi è come maturare un vino in
vasca d'acciaio oppure in barrique. Il risultato che ne deriva è
naturalmente è diverso.
Per lo zafferano d'Abruzzo e San Gimignano si usa tutt'oggi la tostatura a
legna, lo zafferano di Sardegna subisce invece un processo di umettatura
con olio d'oliva, lo zafferano estero (iraniano, greco e molti altri) sono fermentati.
Questo sistema modifica però il sapore della spezia,
che viene contaminata dai
fumi delle braci. E' inoltre molto difficile controllare la temperatura
del fuoco.
Lo zafferano deve essere essiccato a bassa temperatura, noi essicchiamo fra i 40 e i 45 gradi per non rovinare l'aroma e mantenere tutte le sfumature olfattive intatte.
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Non
da ultimo naturalmente è importante produrre in un'annata dal clima
favorevole. ben poco possiamo fare per influenzare l'andamento climatico e
le sue bizzarrie. Sicuramente il Centro Italia è però favorito dall'avere
spesso le quattro stagioni ben scandite e un autunno stabile, che ci regala una lunga fioritura.
Il ciclo di vita del Crocus Sativus L. (zafferano) è proprio determinato dal succedersi delle stagioni.
Prendiamo ad esempio un Pinot Grigio, in annate stabili e fredde si esprimerà al meglio con aromi più complessi vegetali, floreali, fruttati.
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